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martedì 8 marzo 2011

Dov'è il tuo Dio ora?

Uccideresti una persona? Non mi preoccupa molto la cosa in sé e nemmeno mi dispiace per lo stronzo che dovrà lasciare questa vita. Gli è andata sempre bene, è nato con la camicia, nel Paese e nell’epoca giusta: ora tocca a me. No, quello che mi rammarica veramente è dover arrivare a tanto per riportare la giustizia tra gli uomini. Dove sono finiti gli Dei? Non ci hai mai creduto in Dio mi bacchettano… Penso che se esistono più divinità, allora ci sono più possibilità che almeno una ci assecondi. Non dico benedirci o rivestirci della loro fottuta aura divina ma almeno ascoltarci, farci capire che si interessano di noi! Se esistesse Dio onnipotente non gliene fregherebbe nulla del vostro lavoro, delle automobili, la casa, la famiglia, la fidanzata, la salute, il successo, il porcospino, il caffelatte e la tazza del cesso… Vi maledirebbe uno a uno come sto facendo io adesso e si siederebbe comodamente a gustarsi il teatrino tragicomico della vostra vita. Non passa giorno che non pensi a quanto sia inutile il vostro Dio, che ora è Cristo ora è il Milan, e quando non è il denaro è una mignotta sul calendario. Solo oggi invece ho rivolto il mio pensiero verso qualcosa di diverso: pensate se avvenisse un Big Bang all’inverso, un’implosione dell’universo, che verrebbe così a scomparire. Quale sarebbe il vostro ultimo pensiero? Ho lasciato acceso il forno, avrò chiuso il garage, chi si occuperà della piccola Kety, mancano solo due giorni a Natale, Don Matteo riuscirà a scovare l’assassino, e se poi mi dice di no, cosa le regalerò a San Valentino, converrà investire sul mattone? Io penserò solo: perché così tardi? Perché così tanto tempo prima di salvarci e farla finita? Penserò: dov’è il tuo Dio ora? Hai dimenticato anche quello nell’ultimo istante della tua miserabile vita? Miserabili: così vi ha definiti un Plutoniano, un alieno che è venuto a visitare il pianeta rosa, colore della vostra carne. E’ intelligentissimo questo curioso essere, si chiama Vero e può assumere ogni forma lui desideri, persino liquida o gassosa. Riesce a comprendere i calcoli matematici più impossibili e le terminologie più improbabili in tutte le lingue esistenti. Ha imparato a memoria la Divina Commedia in due decimi di secondo. Però certe cose non le vuole capire: non le riesce a capire. Le banche, i soprusi, le guerre, le tasse, il controllo delle menti, la polizia, la censura, la droga… non c’è modo di fargli capire cosa siano. L’altra settimana ho impiegato quattro ore a spiegargli cosa sia la pubblicità, chiaramente con esito fallimentare. Ho consigliato a Vero di stare alla larga dalla Terra, perché se non riesci a capire come girano le cose qua rimani sempre sul fondo. Vi potrò sembrare un filosofo ma non sono un cazzo di filosofo: non ho la barba, ho letto pochi libri, non ho una faccia seria e nemmeno un paio di occhiali decenti o un titolo di studio da sfoggiare in pompa magna. Ma penso di aver capito qualcosa e di avere il dovere di infondere queste intuizioni. Non verità, sia mai, tutti quelli che hanno predicato la verità hanno sempre avuto un doppio fine. O facevano il doppio gioco. O giocavano sporco. Insomma, non fidatevi di chi ha in tasca la verità, seguite piuttosto chi la cerca. Pensa, oggi sul treno ho sentito qualcuno dire che volere è volare… quanto odio questo tipo di frasi scontate! Aforismi fittizi e vuoti come: se la ami seguila fino alla follia e vai fino in fondo per scoprire quali follie lei farebbe per te. Non ho mai fatto leggere queste schittate d’inchiostro al mio amico Vero, persino io me ne vergogno. Volere è volare dicevamo: penso piuttosto che poter volare e non volerlo fare sia una mancanza non scusabile. Questo mi dispiace, perché quel poco di buono che ci è concesso non lo sfruttiamo nemmeno. Smettetela di rimpinzarvi di illusioni: i sogni servono ad andare avanti, ma non sono che l’antipasto. Siate vigili e abbiate il coraggio di vedere grigio, di guardare il bicchiere non semi pieno ma completamente vuoto. Andate a riempirlo voi o morirete di sete leccando il fondo del vetro! Vi sembra poco? Sto già parlando troppo, forse finirò nei guai. Chissà perché sto parlando ad un coniglio, probabilmente è il volto più umano che possa trovare al momento nel raggio di qualche chilometro. Forse anche lui in passato era un uomo, ora è fortunato. E’ in gabbia però, ha avuto la sventura di nascere in questi tempi: lo ingrassano tutta la vita e alla fine gli tirano il collo e lo cucinano nel burro, e se non è per mangiarlo è per divertire qualche cucciolo d’uomo depresso. Insomma gli è andata male di nuovo, magari la prossima volta rinascerà su Plutone. Lascio dormire il coniglio nella sua rassegnazione, tra poche ore sorge il sole, le sveglie suonano e i cadaveri viventi si ammucchiano nei grandi centri, urbani o commerciali, pensano poco e lavorano parecchio, poi tornano nelle loro tane. Andrà avanti così finché vorranno gli Dei, loro si divertono molto a osservarci.

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