Essendo dall’anno 2000 ricorrenza ufficiale per lo Stato italiano e dal 2005 celebrato anche da altri stati compreso l’ONU, mi sembra il periodo giusto per parlarne. Di cosa? Ma naturalmente di uno di quei pochi avvenimenti che per essere ricordato non ha uno, bensì tre nomi propri. Il più emblematico tuttavia è “Memoria”, con quella lettera maiuscola che suona come una beffa verso le altre memorie, quelle di seconda classe.
Ma è importante focalizzare l’attenzione sul termine “evento”, seguito da un aggettivo altrettanto fondamentale: “storico”. Ora sappiamo che tutto ciò che riguarda la storia fa rima con ricerca, studio, analisi: insomma sostantivi che rievocano movimento ed evoluzione. Invece per trattare questo particolare avvenimento si ricorre a un ossimoro: “verità storica”. Due parole di una portata incontrollabile che cozzano e stridono tra loro fino a che una di queste, la verità, si sbarazza del suo aggettivo per diventare una verità. Assoluta.
Per fare un esempio più concreto, il 24 gennaio 2011, sul tema delle leggi contro il negazionismo, il presidente della comunità ebraica di Roma ha asserito senza mezzi termini che affermare che l'Olocausto non sia avvenuto è “un gesto stupido, immensamente riprovevole e simile a chi sostiene che la Terra è piatta.”
Chi ha un minimo a cuore la storia potrebbe non reggere il peso di una simile dichiarazione. Eppure essa dà il metro dell’assurdità di chi porta avanti retorica e demagogia su un piano storico. Vogliamo la verità? Esigiamo dibattiti con tanto di controparte, documentazioni di ogni sorta e nessuna propaganda. Abbiamo il diritto di sapere come è andata la storia, di sentire l’opinione di tutti, a costo di sentirci dire cose a nostro dire sgradevoli - questa e non altro è la libertà di espressione.
L’immobilismo, le leggi anti revisionismo e le versioni ufficiali non aiutano per nulla a scavare a fondo la verità che noi acclamiamo a gran voce. Chiediamo che non venga etichettato come pazzo o nemico pubblico chi espone e argomenta tesi storiche: in quanto parte della storia pretendiamo di avere voce in capitolo sull’argomento. Perché se avessimo seguito la strada della censura, cari signori, saremmo ancora convinti di vivere sopra a un disco. Piatto.
"La verità vi farà liberi, la menzogna credenti. Perché la menzogna ha un fascino segreto e un potere invincibile sugli animi: si accredita con l’opinione, si afferma e si consolida con l’uso, assume tutte le apparenze della verità, presto o tardi giungerà a sottomettervi e acquisterà sugli animi un dominio indistruttibile."
Immagine: La verità e la menzogna, 1490