Qual è lo scopo della vita? È fondamentalmente la realizzazione di sé stessi. E il modo migliore per farlo sta nella combinazione tra amore e odio, che nell’uomo superiore tende sempre verso il perfetto bilanciamento.
Il primo spunto di bilanciamento ci viene offerto dalla Natura, che ci insegna a odiare ciò che è alieno e nemico, o rappresenta una minaccia; mentre per istinto ci fa amare ciò che è più vicino a noi, al nostro modo di essere, vivere e pensare.
Per semplificare ho individuato tre principali tipi di odio.
Il primo tipo è l’odio che ha il solo fine di danneggiare, distruggere e di infondere altro odio. È l’odio malvagio e insensato, tendente al caos e creato dal caos. L’odio che contraddistingue gli esseri inferiori, subdoli e nemmeno paragonabili alle bestie.
Ed è ugualmente inferiore l’odio in nome della prepotenza a danno del più debole e indifeso, preso di mira solamente in quanto tale.
L’odio può essere anche dettato dall’ira. E questo bene o male tocca tutti. Tuttavia mentre il saggio lo sa generalmente tenere a bada, imponendo il suo autocontrollo, quello d’animo più debole si fa spesso sopraffare dalla collera, guidata da un odio casuale e irrazionale, di durata temporanea estremamente limitata ma che in pochi istanti è in grado sprigionare una concentrazione di forza immensa, spesso distruttrice e negativa.
Infine c’è l’odio positivo. Quello che, giustamente calibrato, permette la realizzazione dell’uomo. Ciò che lo contraddistingue è la razionalità e la coerenza. Un odio mirato, definito da David Lane come “puro e perfetto”.
L’amore è un sentimento opposto all’odio, e in quanto tale deve essere coerentemente indirizzato verso l’opposto di ciò che odiamo. Questo è quello che fa l’uomo di nobile spirito ed è questo che lo porta a raggiungere un Amore che altri non possono neppure immaginare. Ad esempio l’amore verso la propria sfera di appartenenza (famiglia, stirpe, nazione, comunità) può essere puro se, e solo se, sostenuto da un altrettanto forte odio verso il nemico della famiglia, stirpe, comunità o nazione.
Gli appartenenti alla prima categoria, quella dell’odio malvagio, non provano nessun tipo di amore, fatta eccezione per l’”amore” verso il caos, termine che necessita di virgolette perché è più propriamente definibile come ”soddisfazione diabolica e perversa”.
È invece proprio del debole e dell’insicuro l’amore incondizionato verso chiunque, tendenza tipica di ambienti quale il cristianesimo. L’amore incondizionato è ciò che di più pericoloso esista, senza contare che, in mancanza di un corretto bilanciamento amore-odio, il sentimento provato non raggiunge nemmeno lontanamente l’Amore dell’uomo d’animo superiore.
Gli appartenenti alla prima categoria, quella dell’odio malvagio, non provano nessun tipo di amore, fatta eccezione per l’”amore” verso il caos, termine che necessita di virgolette perché è più propriamente definibile come ”soddisfazione diabolica e perversa”.
È invece proprio del debole e dell’insicuro l’amore incondizionato verso chiunque, tendenza tipica di ambienti quale il cristianesimo. L’amore incondizionato è ciò che di più pericoloso esista, senza contare che, in mancanza di un corretto bilanciamento amore-odio, il sentimento provato non raggiunge nemmeno lontanamente l’Amore dell’uomo d’animo superiore.
Quindi anche qui il termine amore è puramente convenzionale, si tratta in realtà di una “ricerca di pietà” che maschera spesso una debolezza interiore ed è promossa e burattinata dai servi del caos. Viene di fatto promessa una ricompensa nell’aldilà in cambio della completa rassegnazione alla droga di un amore sbiadito e dell’abbandono delle proprie difese contro i nemici di questa vita.
Quello detto fin ora si può riassumere in una sola frase: Solo chi sa perfettamente e razionalmente odiare può amare veramente.